Roma e Napoli chiamano, Palermo risponde: un 9 Aprile critico e cosciente


Sono passate meno di 48 ore dalla conclusione delle piazze convocate in seguito all’appello “Il Nostro Tempo è Adesso: la Vita non Aspetta” in tutta Italia. Noi della Rete dei Collettivi Studenteschi di Palermo avevamo già discusso e pubblicizzato la nostra posizione in merito (http://retedeicollettivipa.noblogs.org/2011/04/06/la-rete-dei-collettivi-scende-in-piazza-il-9-aprile-con-una-sua-piattaforma-politica-critica/), creando una nostra piattaforma e schierandoci in modo cosciente nei riguardi dei molti (moltissimi) dubbi che derivavano dal tono amorfo e quasi blando adottato dall’appello ufficiale.

Siamo scesi in piazza, quindi, cercando con tutte le nostre forze di portare avanti i nostri contenuti e le nostre posizioni sul tema in questione, che riteniamo ovviamente tanto fondamentale quanto ignorato dalla politica istituzionale di questo paese. In tutta Italia sono scesi per le strade grossi numeri di giovani precari: studenti, ricercatori e lavoratori atipici di tutti i tipi possibili ed immaginabili. A conclusione della giornata di mobilitazione siamo stati ben felici e sorpresi di constatare quanto in alcune piazze, ragazzi e studenti dei collettivi medi e universitari come noi, hanno deciso e portato avanti una linea praticamente uguale alla nostra: non tanto “spaccare la piazza” internamente cercando l’esplicito scontro ideologico (comunque esistente) tra i nostri modi di pensare prassi e teoria della lotta politica e quelli degli altri, ma piuttosto segnare e segnalare le differenze tramite piccoli atti dimostrativi efficaci e sostanzialmente privi di pericoli rilevanti. E’ il caso di Padova (dove gli stati generali della CGIL e del PD, ovviamente tra i promotori della giornata, sono arrivati addirittura ad annullare discutibilmente la manifestazione “in solidarietà ai dirigenti leghisti” in seguito all’azione di un “gruppo di no-global” contro un banchetto dei Giovani Padani: http://www.repubblica.it/scuola/2011/04/09/dirette/manifestazione_precari-14719296/), è il caso di Napoli ed è il caso di Roma (dove gruppi studenteschi hanno lanciato in segno di protesta uova e palloncini con vernice colorata sulla facciata di alcune banche: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/04/09/news/call_center_studenti_e_avvocati_in_piazza_la_generazione_precaria-14711942/ e http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/04/09/news/i_precari_sfilano_in_corteo_il_nostro_tempo_adesso-14699240/). Anche a Palermo, e non era affatto scontato, si è presentata una situazione simile, da salutare con favore e soddisfazione: dal corteo, praticamente giunto all’altezza di piazza Bologni (dove si sarebbero poi tenuti gli interventi dal palco, gli spettacoli e i concerti serali), è partito un improvviso “attacchinaggio” a suon di scotch e un dimostrativo lancio di uova verso una filiale del Banco di Sicilia. Il testo dei manifesti attaccati alle vetrine della banca siciliana, inglobata da tempo dal gruppo Unicredit in cui Gheddafi fino a pochi mesi fa ricopriva il ruolo di primo azionista, si conclude con un appello semplice ed essenziale: “reddito garantito e istruzione pubblica e gratuita per tutt*”. Parole d’ordine, queste, che ancora non erano venute fuori da nessuno, né dalla maggior parte della gente che stava in piazza in quelle ore né da chi, a Roma, aveva scritto quel fumoso e “annacquato”  appello che abbiamo tanto contestato.

In seguito, per concludere quella che per noi è risultata comunque una giornata importante e soprattutto produttiva per i contenuti che siamo riusciti a far emergere, la Rete dei Collettivi Studenteschi è riuscita a portare sul palco, attraverso lo stesso microfono “ufficiale” dal quale si erano susseguiti vaghi interventi calibrati a tavolino, il testo della sua piattaforma e l’argomentazione sulla precarietà che come studenti abbiamo elaborato durante l’Assemblea Generale di venerdì. Le stesse parole che avete trovato scritte qua e nel testo dei documenti fino ad ora prodotti sono state ascoltate, ed era inevitabile anche se non avessero voluto farlo, dagli stessi soggetti ai quali ci siamo rivolti buttandole giù nero su bianco. Terminata questa improvvisata tarantella abbiamo staccato lo striscione e siamo tornati a casa, convinti di aver comunque portato a casa un risultato più o meno di spessore.

Come si suol dire in questi casi, qualche volta il gioco “vale la candela”.

CONTRO IL PRECARIATO SENZA AMBIGUITA’

RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI PALERMO

retedeicollettivistudenteschipa@autistici.org

Iscriviti al Gruppo della Rete dei Collettivi su Facebook: http://www.facebook.com/group.php?gid=151978751508199

 

 

, ,