Venerdì 6 Maggio si terrà in tutta Italia, seppur tra mille contraddizioni e difficoltà (a partire dalla scelta di fare solo 4 ore di sciopero e non 8), lo Sciopero Generale CGIL. Questa data è stata chiesta a gran voce da tutte le nostre piazze del movimento studentesco di quest’anno e ricopre, soprattutto nella fase politica attuale, un’importanza più particolare del solito. La Rete dei Collettivi Studenteschi scenderà in piazza dalle ore 09.00 con concentramento a Piazza Bologni, portando una sua piattaforma politica e rivendicando insieme ad altre realtà la volontà di allargare socialmente la base di contestazione che ha reso possibile questo sciopero generale e che proprio questo sciopero generale, come coronamento di un percorso che parte da questo autunno, attraverserà fisicamente con i suoi motti e con le sue parole d’ordine.
Link all’Evento Facebook dello Spezzone della Rete dei Collettivi: http://www.facebook.com/event.php?eid=192183397492440
PIATTAFORMA DELLA RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI PER LO SCIOPERO GENERALE CGIL DEL 6 MAGGIO
CONCENTRAMENTO DELLA RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI ORE 09.00 A PIAZZA BOLOGNI
Arriviamo a pochi giorni di distanza dallo sciopero generale CGIL con una triste premessa: in Italia è difficile avere una concezione vera e completa di una giornata di questa portata. Siamo stati abituati a sfilate colossali, a centinaia di dichiarazioni all…’apparenza radicali, allo sventolìo vuoto di senso di cento milioni di bandierine, a fischietti assordanti e a piazze gremite di gente diventate mere passerelle per i politicanti di turno. Ci siamo dimenticati, in tutta questa confusione tutta contemporanea, il reale significato che riveste un evento importante come lo sciopero generale.
Basta lanciare un’occhiata ai paesi dell’Africa in rivolta o alle più vicine Gran Bretagna e Francia, infatti, per accorgersi facilmente degli anni luce che corrono tra il nostro scioperetto del 6 maggio, di sole 4 ore, e lo sciopero generale di 4 giorni ininterrotti portato avanti con coraggio e determinazione dai sindacati francesi. In Italia, tuttavia, questo sciopero generale riveste un ruolo paradossalmente ancora più importante del solito: è stato chiamato a gran voce da tutte le proteste studentesche di questo autunno, dalle battaglie sindacali della FIOM e da tutte le soggettività in conflitto con le politiche del governo Berlusconi. Proprio per la forte matrice “sociale” che assume questo sciopero è bene non perdere l’occasione, e allargare i confini delle aree che scioperano a tutte le categorie possibili diventa un imperativo categorico: dai precari della scuola ai lavoratori in nero, dai soggetti non retribuiti come gli studenti di tutti i gradi al movimento contro la guerra passando per le lotte contro il nucleare e per un’acqua pubblica che sia bene comune concreto e gratuito. Lo sciopero generale deve essere incubatore di tutte le rivendicazioni possibili: un grande giorno italiano dell’indignazione e della rabbia, dell’azione e della lotta per gli spazi sociali liberati che attraversiamo giorno dopo giorno. Questo sciopero generale deve avere chiaro in mente il disegno di asservimento che viene programmato dai piani alti della politica, non si deve ingessare sulle ambiguità che l’hanno bene o male costruito e non si deve soprattutto arenare sul singolo antiberlusconismo: questo sciopero deve portare dentro di sé un concreto spaccato di società che, per forza di cose, non si trova al momento rappresentata da nessuno.
Devono ripetersi le pratiche utilizzate a Novembre e a Dicembre e le forze che sono riuscite a produrle: gli stessi soggetti responsabili della crisi, già presi di mira in questi mesi, dovranno essere di nuovo oggetto delle nostri prassi di piazza. L’obiettivo che dobbiamo porci è quello di bloccare per davvero l’attività economica del paese per un giorno intero, creando mobilitazione e gesti anche simbolici per riuscire dove le spaurite 4 ore di sciopero, per forza di cose, non possono.
Lo sciopero del 6 maggio che vogliamo deve proporsi come primo obiettivo la sostituzione radicale di tutta la classe dirigente attuale, primo colpevole da vent’anni dello svilimento del nostro sistema democratico e del nostro stesso paese sociale. Come studenti non possiamo tollerare un Presidente del Consiglio ed un Ministro come la Gelmini, ma più in generale un governo intero, attaccare senza remore ciò che ci compete giorno per giorno: l’istruzione pubblica. Non possiamo tollerare come le parole sparate al vento della propaganda si trasformino subito in fatti concreti attraverso l’annoso finanziamento incostituzionale delle scuole private, attraverso la distruzione dell’intero sistema pubblico della conoscenza vessato dai tagli e, ultima chicca, attraverso l’attacco ideologico fascista ad una paventata “didattica rossa”. Non tolleriamo che tutto l’arco parlamentare abbia votato, sempre incostituzionalmente, l’ennesimo intervento militare neocoloniale alla ricerca di risorse energetiche. Non ci fidiamo di questi avventurieri con le pezze al culo e di questi banchieri che si arricchiscono sulla pelle dei cittadini per poi, al momento opportuno, delocalizzare le aziende verso paesi con forza lavoro più conveniente sotto la padronale copertura della necessità di fare profitto a tutti i costi. Non accettiamo il grado di disinformazione e ignoranza trasmesso e diffuso quotidianamente tramite il mondo patinato della televisione e non accettiamo la repressione di stato che sta lentamente tornando in auge presso il nostro paese. Non possiamo accettare il continuo revisionismo storico in atto sulla Resistenza, il tacito silenzio/assenso della sinistra istituzionale davanti al disfacimento del nostro paese e l’agibilità politica di cui godono ad oggi le destre neofasciste di primo, secondo o terzo millennio che siano.
L’Italia che arriva a questo sciopero generale targato 2011 è un’Italia sfaccettata, maltrattata e ridicolizzata dal suo interno, dalla sua immobilità e dal suo perbenismo esasperante. Ci sono ancora molte, troppe cose da dire al riguardo, ma ci limiteremo a questo piccolo elenco che abbiamo fatto per il bene di una scorrevolezza che sia certificato di comprensibilità per tutti.
L’unica via di uscita dalla crisi, se non l’avete ancora capito, sono i diritti sociali, un welfare concreto e soprattutto un reddito garantito per tutti. L’alternativa a queste basilari sicurezze sociali è l’ingovernabilità che viviamo adesso, la rabbia che attraversa giustamente i nostri corpi e il conto alla rovescia verso una resa dei conti radicale e drammatica che cacci dal basso tutti i nostri raìs.
CONTRO GOVERNO E PADRONI
PER UNO SCIOPERO GENERALE SOCIALE E DI CARATTERE
RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI PALERMO
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