Il 17 Novembre Corteo della Rete per una Giornata Mondiale dello Studente contro la Crisi


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTRO LA CRISI NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE STUDENTESCA

PER UN 17 NOVEMBRE (http://www.agoravox.it/17-novembre-Giornata-mondiale.html) IN DIFESA DEL PROPRIO FUTURO: LE PERSONE PRIMA DEL PROFITTO

CONCENTRAMENTO ORE 9.00 A PIAZZA POLITEAMA

Siamo una generazione di studenti e studentesse, siamo una generazione di precari, siamo una generazione senza futuro, siamo una generazione di incazzati/e. Nel pianeta terra globalizzato e investito dalla peggiore crisi economica della storia del capitalismo ci andiamo di mezzo noi, ci vanno di mezzo le nostre famiglie, ci vanno di mezzo gli operai e i lavoratori dipendenti tutti. Ci va di mezzo il 99% del globo a causa dell’avidità di un 1% quasi invisibile, inesistente, fatto di titoli azionari e sigle incomprensibili. Un 1% che vive solo nel concetto generico di “finanza”, che sfrutta in modo sistemico e matematico il mondo reale e che mercifica le nostre vite, il nostro presente e il nostro futuro. Per loro siamo merce, siamo “capitale umano”, siamo banconote parlanti in attesa di essere investite in qualche giochetto di borsa.

Il motivo di tutto questo, di tutta questa crisi e di tutta questa ingiustizia, è tuttavia semplice. E’ il sistema economico che non va. Guardiamola in modo molto comprensibile e smaliziato per capirci tutti quanti: c’è una crisi economica causata dalla speculazione e dal “magna magna” di una ristrettissima cerchia di affaristi e banchieri, e siccome è questa stessa ristrettissima cerchia a finanziare gli stati succede che, paradossalmente, i governi preferiscono “salvare” loro (ovvero le banche) dalla bancarotta piuttosto che noi (cittadini) dalla povertà incombente. E’ questo il problema, sta tutto qui. I governi di praticamente tutto il mondo preferiscono salvare quell’1% di approfittatori rispetto a quel 99% di esseri umani.

Avete presente lo stereotipo dell’usuraio di quartiere? Il concetto di prestito mafioso da ripagare con tasso d’interesse altissimo? E’ esattamente questo ciò che accade, nè più nè meno. E’ esattamente quella l’immagine reale della crisi. Così come dagli anni ’70 hanno abituato le nostre famiglie a non potersi più permettere nulla se non tramite i prestiti chiesti in banca, le stesse banche hanno abituato gli stati a non potersi più reggere in piedi se non tramite, anche qui, prestiti chiesti in banca. Cambia solo il livello di “banca” che intendiamo: la famiglia chiede un prestito all’Unicredit, alla BNL o al Monte Paschi di Siena, mentre gli stati chiedono prestiti alle due principali “banche mondiali”. Queste due “banche mondiali” si chiamano FMI e BCE (rispettivamente “Fondo Monetario Internazionale” e “Banca Centrale Europea”), e sono i due usurai che prestano soldi agli stati esattamente come l’usuraio presta soldi alla famiglia in difficoltà: gli interessi sono altissimi, gli stati non riescono più a pagare e “bum”, la frittata è fatta. Per ripagare ciò che non hanno potuto ripagare e per salvare i propri interessi (gli stipendi di qualche manager, qualche banca che sta fallendo), gli stati sono costretti a chiedere altri prestiti con altrettanti elevati tassi d’interesse. Altri prestiti che, ovviamente, non riusciranno a pagare se non tramite la richiesta di un altro prestito ancora. E allora come fanno? “Austerità” è la risposta. I governi preferiscono ridurre i loro stessi paesi in una condizione di progressiva povertà per ripagare le banche. Ad esempio: i nostri genitori che, per pagare le banche, andranno in pensione a 67 piuttosto che a 65 come accadeva prima. Ad esempio: noi che non avremo mai un lavoro sicuro ma solo lavori precari, perennemente in bilico tra la povertà e la mediocrità senza poter portare avanti nessun progetto per il proprio futuro. E’ una spirale senza fine. E’ questa la crisi. E’ questo il “capitalismo”: fare più denaro dal denaro, all’infinito.

C’è un mondo che per portare avanti questo modello sta travolgendo il nostro futuro e le nostre stesse vite. Siamo noi quelli a cui faranno pagare il salvataggio delle banche. Siamo noi quel 99% che pagherà il lusso di quell’1% di criminali senza ritegno, e lo pagheremo non trovando lavoro, dovendo pagare rette universitarie sempre più care, dovendo chiedere anche noi prestiti alle banche per pagarci gli studi come accade già in Inghilterra e come accade già negli Stati Uniti. E’ solo questione di tempo, che ci crediate o meno. E’ solo questione di tempo. Dato che lo sappiamo, però, non è che sarebbe l’ora di darci una smossa? Non è che sarebbe l’ora di dimostrare anche noi come in Grecia, come in Spagna e come negli Stati Uniti che questo mostro mitologico chiamato “debito pubblico” non lo vogliamo pagare? Non sarebbe l’ora di fargli capire, proprio come abbiamo fatto l’anno scorso, che il nostro futuro noi non lo vogliamo toccato da niente e da nessuno? Noi crediamo di sì, tu?

VERSO UN MONDO SLEGATO DAL GIOGO DEL PROFITTO CAPITALISTA

VERSO UN MONDO IN CUI SONO I DIRITTI DEL 99% E NON I PRIVILEGI DELL’1% A CONTARE

VERSO UN MONDO CHE VALORIZZA L’ESSERE UMANO E NON LA FINANZA

NOI QUESTA CRISI NON LA PAGHIAMO, AL DIAVOLO IL VOSTRO DEBITO PUBBLICO!

SEMINATE AUSTERITY, RACCOGLIETE RIVOLTE

RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI PALERMO

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