La Rete dei Collettivi scende in piazza il 9 aprile con una sua piattaforma politica critica


volantino della Rete per il 9 Aprile

Il 9 Aprile le piazze d’Italia saranno stracolme di gente per la solita e pubblicizzatissima mobilitazione calata dall’alto. Questa volta il titolo dato alle piazze sarà “Il Nostro Tempo è Adesso: La Vita non Aspetta”, e l’intero appuntamento sarà incentrato sul (sacrosantissimo) tema della precarietà. La mobilitazione di questo sabato è stata promossa dall’omonimo comitato promotore (www.ilnostrotempoeadesso.it), che ha pubblicato un appello nazionale da allargare a tutto il paese. Poichè conosciamo bene i nostri polli (e il rischio di “passerelle” politiche che imperversa sempre attorno a queste piazze iperpubblicizzate) noi della Rete abbiamo subito letto l’appello ufficiale (diluitissimo e molto vago sul tema) e di seguito abbiamo scelto di scrivere noi una nostra piattaforma politica per queste giornata. Abbiamo scelto di scendere in piazza quindi, sì, ma portando i nostri contenuti e la nostra personale posizione politica autorganizzata, critica e cosciente.

Vi alleghiamo il testo “ufficiale” della nostra piattaforma di adesione critica:

PIATTAFORMA DELLA RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI PER LA MOBILITAZIONE DEL 9 APRILE

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 6 MAGGIO

Perché scendere in piazza il 9 Aprile?

Il 9 Aprile 2011, data fissata dal Comitato Promotore “Il Nostro Tempo è Adesso: la Vita non Aspetta” per un’omonima mobilitazione su base nazionale sul tema della precarietà, è un’importante occasione per riportare in piazza le forze e le istanze che noi studenti abbiamo espresso quest’autunno.

Noi studenti però, in realtà, non ci siamo mai fermati.

Con un fittissimo calendario siamo scesi in piazza a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici di Mirafiori a cui hanno imposto un referendum diffamante per la loro dignità, siamo scesi in piazza a fianco delle donne (tutte) dileggiate dai comportamenti pubblici e privati del Presidente del Consiglio, siamo scesi in piazza in difesa dell’Istruzione Pubblica e della Costituzione. Tutte queste lotte ci appartengono, perché mettono in discussione il mondo del lavoro al quale fra qualche anno (forse) apparterremo, il nostro futuro ruolo nella società e il futuro stesso di questo paese.
Non ci siamo fermati nemmeno davanti alle sterili polemiche violenza/non violenza ed alla conseguente diversificazione massmediatica fra presunti “buoni” e presunti “cattivi” all’interno del movimento autunnale, non ci siamo fermati davanti alla continua accusa di essere facinorosi strumentalizzati o davanti all’offuscamento ricevuto in seguito agli scontri di piazza del 14 Dicembre, giorno in cui le forti prerogative del movimento studentesco iniziavano a diventare troppo concrete e troppo “scomode” per essere sfruttate dai poteri forti della politica e dell’informazione italiana.

Non ci siamo neanche affiancati in maniera acritica e passiva alle ultimissime mobilitazioni nazionali di questo inizio 2011: vertenze con “sospetta” cadenza mensile (il 13 Febbraio per “Se non ora, quando?”, il 12 Marzo per il “Costituzione Day” e adesso il 9 Aprile per “Il Nostro Tempo è Adesso”) ed un’ancora più sospetta pubblicità gratuita offerta dai maggiori quotidiani della “sinistra” italiana, mobilitazioni molto spesso convocate per un’opportunità politica calata dall’alto più che per una seria e partecipata elaborazione sociale. Ogni partito e/o giornale ci voleva accanto alla lista dei soggetti in mobilitazione, perché avere gli studenti faceva “più figo” o perchè faceva raggiungere numeri maggiori alle piazze convocate in fretta e furia. Si è inaugurata una squallida stagione di simil-qualunquismo in cui la gente viene fatta scendere in piazza una volta al mese come per togliersi il sassolino dalla scarpa, e ciò è potuto accadere purtroppo anche a causa dei sindacati studenteschi istituzionali di questo paese, che prima di pensare alla dignità degli studenti hanno preferito avere un paginone dedicato alla propria associazione sui maggiori quotidiani.

Noi non siamo mai stati di questo avviso: non siamo stati lontani da quelle piazze rimuginando a casa e lamentandoci da lontano, ma abbiamo intrapreso sempre la strada più difficile affollando quelle stesse date dei nostri contenuti e delle nostre prerogative. Abbiamo sostenuto fin dall’inizio che non possono esistere mobilitazioni convocate dall’alto e cavalcate “ad hoc” dai già citati poteri forti della politica. Le piazze non possono essere convocate da quegli stessi partiti che si sono resi responsabili, tramite “leggere” opposizioni o addirittura quando erano loro al governo, della distruzione della scuola e dell’università e/o dell’esautorazione della Carta Costituzionale.

Per noi ogni mobilitazione, per trovare un senso compiuto, deve proporsi come primo obiettivo un punto che più semplice non c’è: lo stravolgimento e la sostituzione dell’intera classe dirigente che affonda e affama l’Italia da 20 anni.

Il 9 Aprile, quindi, riscenderemo in piazza per contestare quest’imperante concezione precaria della vita e del lavoro preparata a tavolino dai potenti come via di fuga d’emergenza alle crisi economiche e anch’essa figlia della tradizionale dicotomia che regge i governi di questo pianeta: profitto e repressione.

SE NON SEMPRE, QUANDO?

RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI PALERMO

retedeicollettivistudenteschipa@autistici.org

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